La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, che può avere cause e forme diverse. La sua cura non è quindi univoca, ma prevede l’uso di medicinali specifici in base al tipo di gastrite che si vuole curare. In questo articolo ci occuperemo dei farmaci consigliati per la gastrite, approfondendo le opzioni terapeutiche disponibili per la sua gestione.
Farmaci per l’infezione da Helicobacter pylori
Generalmente la maggior parte dei casi di gastrite cronica è causata dall’infezione da H pylori. Si stima, infatti, che circa il 90% di essi dipenda dal batterio che, grazie a sue specifiche caratterisitiche, riesce a sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco, colonizzando la mucosa gastrica.
In questo caso la cura della gastrite prevede la terapia di eradicazione di H. pylori, che combina 2/3 antibiotici con un inibitore di pompa protonica (IPP). Gli IPP, infatti, riducono la secrezione di acido gastrico, portando il pH dello stomaco verso valori neutri. In questa condizione H pylori aumenta la sua crescita, diventando maggiormente sensibile all’azione degli antibiotici[1].
La terapia eradicante ha successo in un’alta percentuale dei casi d’infezione. L’eliminazione del batterio permette di normalizzare lo stato della mucosa gastrica, portando la gastrite in remissione. La scomparsa della gastrite, inoltre, evita le sue possibili complicanze come l’ulcera e la gastrite atrofica che, a loro volta, aumentano significativamente il rischio di cancro gastrico.
Inibitori di pompa protonica
Generalmente nella prassi clinica gli inibitori di pompa protonica sono utilizzati per il trattamento della gastrite grazie alla loro capacità di ridurre l’insulto acido sulla mucosa gastrica. Non sempre, però, il loro utilizzo è giustificato. Gli IPP, infatti, possono essere utilizzati per migliorare, seppur debolmente, i sintomi dispeptici[2]. Tuttavia il loro utilizzo non è indicato nei casi di gastrite cronica in assenza di altre condizioni acido-correlate, come la malattia da reflusso gastroesofageo o l’utilizzo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). I pazienti asintomatici che soffrono di gastrite cronica non necessitano quindi della terapia con gastroprotettori[3].
Vale la pena notare, inoltre, che la prescrizione di IPP a pazienti affetti da gastrite cronica asintomatica può anche aumentare il rischio di cancro gastrico. Essi, infatti, possono favorire lo sviluppo di ipergastrinemia, atrofia gastrica e proliferazione batterica nello stomaco[4].
L’uso degli IPP non è inoltre indicato nei casi di gastrite atrofica, caratterizzati già da una ridotta o assente produzione di acido gastrico. Eventuali sintomi da reflusso, cosi come quelli che possono manifestarsi nelle gastriti autoimmuni, non sono infatti dovuti a meccanismi acido-correlati[5].
Farmaci antiacidi
Gli antiacidi sono farmaci da banco che, a differenza degli inibitori di pompa protonica, neutralizzano l’acido gastrico già prodotto dallo stomaco. Infatti, mentre gli IPP inibiscono la secrezione di acido dalle cellule dello stomaco, gli antiacidi tamponano quello già rilasciato. Essi possono quindi essere utilizzati per migliorare alcuni dei sintomi dispeptici come il bruciore epigastrico ma, similmente agli IPP, non sono indicati nei pazienti con gastrite cronica asintomatici.
Gli antiacidi più comuni sono:
- il bicarbonato di sodio;
- il carbonato di calcio;
- l’idrossido di alluminio;
- l’idrossido di magnesio.
Generalmente l’effetto degli antiacidi dura dalle 3 alle 4 ore. Sono quindi farmaci da prendere “al bisogno“, per migliorare temporaneamente i sintomi. Il loro profilo di sicurezza è buono. Tuttavia essi non sono esenti da effetti collaterali.
Misoprostolo
Il misoprostolo appartiene alla famiglia delle prostaglandine, un gruppo di sostanze che può aiutare a proteggere lo stomaco, riducendo l’acido prodotto e migliorando la difesa della mucosa. Il misoprostolo è utilizzato usate principalmente per evitare danni allo stomaco causati da farmaci antinfiammatori non steroidei. Le persone a rischio di sviluppare ulcere a causa di questi farmaci, come gli anziani o coloro che hanno avuto ulcere in passato, possono infatti prendere il misoprostolo insieme ai FANS. Gli effetti collaterali più comuni del misoprostolo sono i crampi addominali e la diarrea, che colpiscono circa il 30% dei pazienti. Vale la pena ricordare, infine, che questo farmaco ha un potente effetto abortivo.
Sucralfato
Il sucralfato è un farmaco composto da sucrosio (uno zucchero) e alluminio. A contatto con l’acido dello stomaco forma uno strato protettivo sulla mucosa, isolandola dall’insulto dei succhi gastrici. Esso, oltre a proteggere meccanicamente il rivestimento dello stomaco, stimola la produzione di prostaglandine da parte dello stomaco e si lega ai sali biliari, limitandone l’effetto irritante.
Il sucralfato può essere utilizzato nei casi di gastrite erosiva ed ulcera, grazie alla sua capacità riepitelizzante. Alcuni pazienti possono riscontrare stitichezza come effetto collaterale, che si verifica in circa il 3-5% dei casi. Inoltre, il sucralfato può legarsi ad altri farmaci e interferire con la loro assorbimento nel corpo.
Farmaci per la gastrite atrofica
Attualmente l’unica terapia raccomandata per la gastrite atrofica è l’integrazione di ferro e vitamina B12. L’atrofia gastrica e la conseguente ipocloridria possono infatti ridurre drasticamente il loro assorbimento, causando gravi forme di anemia e neuropatie periferiche. In questi casi è consigliabile che la loro integrazione avvenga per via parenterale, ad esempio per via endovenosa. Il ferro, infatti, è scarsamente assorbito per via orale, così come la vitamina B1 a causa della riduzione del fattore intrinseco conseguente l’atrofia gastrica.
Alcuni studi hanno inoltre riportato una maggiore prevalenza di carenze di vitamina C, vitamina D e calcio nei pazienti con gastrite atrofica autoimmune[6]. Sebbene si tratti di pochi e piccoli studi, è consigliabile monitorare i valori di questi importanti micronutrienti per compensarne eventuali carenze.
Va notato, inoltre, che recenti studi italiani hanno mostrato come l’uso di un integratore a base di un aminoacido, la L-cisteina, al dosaggio di 300mg al giorno, per un anno, abbia portato a un significativo recupero della funzionalità gastrica (evidenziato da specifici marker)[7] e a un conseguente miglioramento dei sintomi nei pazienti con gastrite cronica atrofica[8]. Sebbene i risultati degli studi debbano essere replicati, l’integrazione di L-cisteina potrebbe fornire una terapia di mantenimento per la gastrite atrofica efficace e con effetti collaterali trascurabili.
Un ulteriore sostanza che potrebbe essere indicata per la gastrite atrofica è la betaina cloridrato, disponibile come integratore alimentare. Essa, infatti, è utilizzata come fonte di acido cloridrico. La betaina cloridrato potrebbe quindi essere utilizzata per compensare l’ipocloridria della gastrite atrofica, migliorando il senso di pienezza postprandiale[5]. Tuttavia mancano evidenze scientifiche che ne supportino l’utilizzo.
Vale la pena ricordare, infine, che altri farmaci sono in fase di sviluppo, sebbene non ancora siano disponibili sul mercato.
Altri farmaci
Una parte minoritaria dei casi di gastrite ha cause specifiche, che richiedono interventi mirati, finalizzati a rimuoverne le cause o a migliorarne i sintomi. La gastrite da reflusso biliare, ad esempio, può prevedere l’uso dell’acido ursodesossicolico o dei sequestranti biliari. Diversamente, se la gastrite è dovuta ad allergie alimentari o intolleranze, è invece necessario correggere la dieta. La somministrazione dei farmaci e delle modalità d’intervento dovrebbero quindi essere sempre guidate da una diagnosi puntuale, che mostri quali sono le cause responsabili della gastrite.
Bibliografia
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- Abrahami D, McDonald EG, Schnitzer ME, et al Proton pump inhibitors and risk of gastric cancer: population-based cohort study Gut 2022;71:16-24.
- Fracasso P and Dinis-Ribeiro M. Mistakes in the management of chronic gastritis and how to avoid them. UEG Education 2022; 22: 8–10.
- Vincenzo Savarino, Elisa Marabotto, Patrizia Zentilin, Manuele Furnari, Giorgia Bodini, Costanza De Maria, Gaia Pellegatta, Claudia Coppo & Edoardo Savarino (2018) Proton pump inhibitors: use and misuse in the clinical setting, Expert Review of Clinical Pharmacology, 11:11, 1123-1134.
- Orgler, E., Dabsch, S., Malfertheiner, P. et al. Autoimmune Gastritis: Update and New Perspectives in Therapeutic Management. Curr Treat Options Gastro 21, 64–77 (2023).
- Cavalcoli F, Zilli A, Conte D, Massironi S. Micronutrient deficiencies in patients with chronic atrophic autoimmune gastritis: A review. World J Gastroenterol. 2017 Jan 28;23(4):563-572.
- Crafa P, Di Mario F, Grillo S, Landi S, Franceschi M, Rodriguez-Castro K, Tursi A, Brandimarte G, Franzoni L. Recovery of gastric function in patients affected by chronic atrophic gastritis using l-cysteine (Acetium®): one year survey in comparison with a control group. Acta Biomed. 2022 Jul 1;93(3):e2022184.
- Francesco Di Mario, Kryssia.Isabel Rodriguez-Castro, Marilisia Franceschi, Stefano Landi, Simone Grillo, Lorella Franzoni, Michele Russo, Giovanni Brandimarte, Antonio Tursi, Pellegrino Crafa; Improvement of Symptoms in Patients Affected by Chronic Atrophic Gastritis Using L-Cysteine (Acetium®). Dig Dis 2 March 2023; 41 (2): 198–205.