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Gastrite: rimedi naturali

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, che può causare fastidiosi sintomi dispeptici. Sebbene la sua terapia d’elezione preveda l’utilizzo di specifici farmaci, alcune soluzioni naturali possono alleviarne i sintomi, migliorando la qualità di vita dei pazienti. In questo articolo ci occuperemo dei rimedi naturali per la gastrite, presentando le sostanze naturali e le misure alimentari più utili per la sua gestione.

Rimedi naturali per la gastrite

Le sostanze naturali

Alcune sostanze naturali possono migliorare i sintomi della gastrite, attraverso diverse di azioni tra loro sinergiche. In particolare esse possono essere d’aiuto nel:

  • ridurre l’infiammazione della mucosa gastrica;
  • proteggere meccanicamente la mucosa;
  • inibire la proliferazione batterica, in particolare dell’Helicobacter pylori.

Di seguito riportiamo alcune sostanze naturali indicate per la gastrite.

Pero coreano

Nella medicina tradizionale asiatica ll pero coreano o Pyrus ussuriensis Maxim è stato usato per centinaia di anni come rimedio naturale per l’asma, la tosse e la dermatite atopica. Esso possiede proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antiatopiche. Un recente studio ha inoltre evidenziato i suoi effetti protettivi contro la gastrite in ratti esposti ad etanolo, un potente agente erosivo e ulcerogeno. In particolare l’estratto di pero coreano, ad un dosaggio di 250-500mg, ha mostrato effetti citoprotettivi e riparativi della mucosa gastrica[1]. Il pero coreano è quindi indicato come una valida cura naturale per la gastrite, con effetti preventivi e curativi.

Flavonoidi

flavonoidi, come l’epigallocatechina del tè verde o la miricetina, potenziano le difese della barriera mucosa, favorendo il rilascio di muco e bicarbonato. Essi, inoltre, riducono la produzione di acido, agendo sulla pompa a protoni e sui livelli d’istamina, con un meccanismo simile a quello degli IPP e degli H2 antagonisti. Nondimeno, i flavonoidi hanno mostrato proprietà anti H. pylori, migliorando l’efficacia della terapia convenzionale di eradicazione. I flavonoidi possono quindi agire su più aspetti dell’infiammazione gastrica, ponendosi come dei potenziali rimedi naturali per la gastrite.

Finocchio

L’estratto di finocchio ha proprietà carminative e lassative. Esso, infatti, è utilizzato per la stitichezza e il meteorismo. Il finocchio, inoltre, ha mostrato effetti gastroprotettivi. In uno studio su animali il suo estratto è stato comparato all’efficacia protettiva della famotidina, un noto gastroprotettore appartenente al gruppo degli H2 antagonisti. I ratti, divisi in due gruppi, sono stati trattati con estratto di finocchio o con famotidina. Ad essi è stato poi somministrato etanolo. Inaspettatamente, i topi che avevano assunto finocchio al dosaggio di 300mg hanno avuto una maggiore protezione da lesioni gastriche rispetto a quelli trattati con famotidina[2].

Altea

L’altea è una pianta perenne originaria dell’Asia, dell’Europa e degli Stati Uniti. Nella medicina tradizionale le radici, i fiori e le foglie della pianta sono usati per trattare disturbi delle vie respiratorie e digestive. Le sue proprietà medicinali sono dovute prevalentemente al suo elevato contenuto di mucillagini e polisaccaridi, che esercitano un’attività lenitiva per la mucose gastroesofagee e delle vie aeree. Uno studio ha inoltre rivelato come l’estratto acquoso di altea stimoli le cellule epiteliali delle mucose, favorendo la guarigione e la rigenerazione delle mucose lesionate[3]. L’altea è quindi indicata come un efficace rimedio naturale per la gastrite.

Rafano

Il rafano Moringa Olifera è una pianta appartenente alla famiglia delle Moringaceae, originaria di India e Pakistan e oggi diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta. Nella medicina tradizionale è utilizzata per i suoi effetti analgesici, antinfiammatori, antitumorali, cardioprotettivi e epatoprotettivi. Il rafano, inoltre, ha mostrato proprietà antiulcera. In uno studio su ratti albini la somministrazione di un estratto di corteccia e radice di rafano, in associazione a omeprazolo, ha protetto significativamente gli animali dallo sviluppo di lesioni ulcerose[4]. I suoi effetti gastroprotettivi sono dovuti alla capacità del rafano di inibire la secrezione di acido, contrastare l’H pylori e aumentare le difese della mucosa gastrica. Il rafano può quindi essere indicato per curare la gastrite e evitare la sua possibile degenerazione in ulcera.

Cassia Sieberiana

La Cassia Sieberiana appartiene alla famiglia delle Caesalpiniaceae. È diffusa in Senegal, Nigeria e Africa orientale. Alcune parti della pianta sono usate per curare febbre, ittero, dolori, gonorrea ed emorroidi. Le radici di questa pianta sono comunemente utilizzate come fitoterapici per il trattamento di disturbi dello stomaco, tra cui indigestione, mal di stomaco e ulcera. Uno studio, infatti, ha evidenziato come l’estratto di Cassia Sieberiana abbia importanti proprietà antiossidanti e, soprattutto, stimoli la sintesi di prostaglandine, sostanze citoprotettive della mucosa gastrica, utili per curare naturalmente la gastrite[5]. Vale la pena ricordare che la ragione per la quale gli antinfiammatori non steroidei (FANS) fanno “male allo stomaco” è dovuta alla loro capacità di ridurre la sintesi di prostaglandine. La cassia sieberiana può quindi essere considerata un gastroprotettore naturale per antinfiammatori, in grado di coadiuvare l’effetto dei gastroprotettori convenzionali.

Corchorus olitorious

Il Corchorus olitorius o Malva da Iuta è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Malvaceae. È nota per le sue proprietà anticonvulsive, lassative e pro-fertilità. Essa ha inoltre una spiccata capacità protettiva della mucosa gastrica. In uno studio effettuato su cavie di laboratorio esposte a etanolo, la molecola responsabile del danno gastrico da alcolici, la malva è riuscita a mantenere integra la barriera mucosa dello stomaco[6]. La Malva da Iuta può quindi essere un efficace rimedio naturale per la gastrite, utile per la sua prevenzione e per evitarne la sua degenerazione.

Carrubo

Il Carrubo o Ceratonia siliqua è un albero appartenente alla famiglia delle Caesalpiniaceae, il cui frutto è la carrube. L’estratto di carrube diminuisce l’infiammazione dello stomaco, riduce la secrezione di acido e stimola la produzione di muco gastrico. Similmente alla Malva da Iuta, ha mostrato proprietà antiulcera, proteggendo la mucosa dall’esposizione all’etanolo[7].

Mirto

Il Mirto o Myrtus communis è una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, tipica della macchia mediterranea. In uno studio randomizzato e controllato il suo estratto liofilizzato ha mostrato un’efficacia simile a quella dell’omeprazolo nella riduzione della secrezione acida[8].

Cecropia

La Cecropia glaziovii Sneth è una pianta appartenente alla famiglia delle Cecropiaceae, diffusa in America latina. È nota per i suoi effetti ipotensivi, diuretici, cardiotonici e antinfiammatori. A livello gastrico ha mostrato la capacità inibire la secrezione di acido, disattivando la pompa a protoni[9]. La Cecropia, inoltre, ha interessanti proprietà antiulcera, che la rendono una cura naturale utile a prevenire la degenerazione della gastrite.

Liquirizia

L’estratto della radice di liquirizia favorisce la produzione di muco sulle pareti dello stomaco, potenziando le difese della mucosa e favorendone la riepitelizzazione. Esso, inoltre, ha mostrato proprietà anti H. pylori, simili a quelle del bismuto colloidale, un farmaco utilizzato per l’eradicazione del batterio.

L-cisteina

La L-cisteina è un aminoacido, che può aiutare nella gestione della gastrite cronica atrofica, caratterizzata dall’atrofia della mucosa gastrica, con la conseguente perdita della capacità dello stomaco di produrre acido. Recenti studi italiani hanno infatti mostrato che un integratore a base di L-cisteina, al dosaggio di 300mg al giorno, per un anno, fornisce un significativo recupero della funzionalità gastrica (evidenziato da specifici marker)[10] e un conseguente miglioramento dei sintomi nei pazienti con gastrite cronica atrofica[11].

Betaina cloridrato

La betaina cloridrato è una forma artificiale di betaina (che si trova naturalmente nel nostro corpo) utilizzata come fonte di acido cloridrico. Essa, infatti, viene utilizzata per aumentare l’acidità di stomaco nelle persone con bassi livelli di acido gastrico. Essa può quindi essere utilizzata nei pazienti con gastrite atrofica con ipocloridria o acloridria, dove potrebbe migliorare il senso di pienezza postprandiale[12]. Tuttavia mancano evidenze scientifiche che ne supportino l’utilizzo.

https://www.gastroprotezione.it/2023/09/09/gastrite-farmaci-consigliati/

La dieta per la gastrite

L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione della gastrite. Scegliere i cibi giusti e adottare una dieta appropriata può infatti fare la differenza nella riduzione dei sintomi e nella promozione della guarigione. È fondamentale quindi scegliere attentamente cosa mangiarecosa evitare e come mangiare.

Gastrite: cosa mangiare

In caso di gastrite, sono da preferire:

  • cibi a basso contenuto di grassi, come pesce magro, carni magre e formaggi freschi;
  • alimenti con un basso contenuto di carboidrati;
  • cibi con un elevato livello di fibre come ad esempio riso integrale, cuscus, fiocchi d’avena, e verdure verdi;
  • alimenti a bassa acidità come cavoli, patate e finocchi;
  • cibi cotti attraverso cotture semplici come bollitura o cottura al vapore.

Gastrite: cosa non mangiare

In caso di gastrite è opportuno evitare:

  • cibi con un alto livelli di grassi come carne grassa, latticini interi e cibi oleosi;
  • cibi salati;
  • alimenti con un elevato contenuto di carboidrati;
  • cibi fritti;
  • alimenti affumicati;
  • cibi acidi come pomodori, pompelmi, arance, limoni, ananas e lime;
  • alimenti piccanti o speziati;
  • alcolici;
  • bevande gassate.

Vale la pena sottolineare che diversi studi hanno mostrato coma una dieta ricca di sale possa aumentare il rischio di gastrite atrofica e cancro gastrico in individui con infezione da H. pylori[13]. Il consumo elevato di sale è quindi un fattore di rischio per la degenerazione della gastrite .

Gastrite: come mangiare

In caso di gastrite, è necessario osservare i seguenti comportamenti:

  • consumare piccoli pasti in maniera frequente; l’intero apporto calorico quotidiano dovrebbe essere distribuito in 5 pasti nell’arco della giornata, prestando attenzione a non saltare nessun pasto;
  • masticare bene il cibo;
  • consumare i pasti in un ambiente sereno, evitando situazioni emotivamente stressanti; lo stress, infatti, può indurre al consumo di una quantità maggiore di cibo, consumato più velocemente e ad una maggiore tensione gastrica; esso, inoltre, può aumentare la sensibilità gastrica, amplificando la percezione dei sintomi della gastrite.
Bibliografia

Prof. Ludovico Abenavoli
Prof. Ludovico Abenavoli
Professore associato di Malattie dell’Apparato Digerente - Dipartimento Scienze della Salute, Università “Magna Graecia” di Catanzaro - A.O.U. Renato Dulbecco di Catanzaro

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