La dispepsia funzionale (o functional dyspepsia – FD) è un disturbo caratterizzato da sintomi epigastrici cronici, come il mal di stomaco o il gonfiore, che insorgono in assenza di condizioni organiche, sistemiche o metaboliche che possano spiegarli[1]. I pazienti affetti da FD, infatti, soffrono di una forma di “cattiva digestione” in assenza di una chiara causa cui attribuirne l’origine. Diversi studi hanno però mostrato come spesso i disturbi ansiosi precedano o coincidano con l’esordio della dispepsia[2], suggerendo un loro possibile ruolo eziologico nello sviluppo del disturbo. L’ansia, infatti, può innescare o accentuare i sintomi dispeptici che, a loro volta, possono essere essi stessi fonte di ansia. In questo articolo ci occuperemo della dispepsia nervosa, una sottotipo della dispepsia funzionale, caratterizzato da una forte associazione con sintomi psicologici come l’ansia e la depressione.
Dispepsia nervosa: cause
L’associazione tra la dispepsia funzionale e i disturbi psicologici è stata più volte evidenziata dalla ricerca scientifica. Diversi studi hanno infatti mostrato come i punteggi medi di depressione e ansia siano significativamente più alti tra i pazienti con FD rispetto alle persone sane[3], suggerendo un nesso fisiopatologico tra le due condizioni. Non è un caso, infatti, che il trattamento con ansiolitici o antidepressivi nei pazienti con FD migliori significativamente anche i sintomi dispeptici[4], così come l’uso di farmaci per il trattamento dei sintomi dispeptici allevi, a sua volta, gli stati d’ansia nei pazienti con FD[5].
La connessione tra la dispepsia funzionale e le condizioni psicologiche è quindi supportata da un’ampia gamma di evidenze. Tuttavia non ancora è del tutto compreso il meccanismo attraverso cui i diversi disturbi sono in grado d’influenzarsi reciprocamente. Una delle ipotesi più accreditate è che essi siano in grado di condizionarsi reciprocamente attraverso l’asse intestino-cervello, che abilita un percorso di comunicazione bidirezionale tra i due organi apparentemente indipendenti. In particolare, l’infiammazione di basso grado a livello intestinale può influenzare il funzionamento del cervello, causando sintomi psicologici come l’ansia[6]. Nello stesso tempo, l’ansia induce il rilascio di corticotropina che, a sua volta, promuove l’infiammazione intestinale, alterando la funzione gastroduodenale[7]. Ansia e dispepsia sarebbero quindi in grado di influenzarsi reciprocamente, accentuando le manifestazioni l’una dell’altra.
Va notato, infine, che in uno studio l’induzione di ansia nei soggetti sperimentali ha mostrato di alterare la funzione sensomotoria gastrica, con un aumento del dolore epigastrico e una diminuzione dell’accomodamento gastrico[8]. L’ansia sarebbe quindi in grado non solo di aumentare il mal di stomaco, ma anche di diminuire la compliance gastrica al pasto, cioè la capacità dello stomaco di ridurre il suo tono per far spazio (accomodare) al cibo. Un alterato accomodamento gastrico si rileva solitamente nel 15-50% dei pazienti con dispepsia funzionale[9].
Dispepsia nervosa: sintomi
La dispepsia nervosa può manifestarsi attraverso i sintomi tipici della dispepsia funzionale, cui possono associarsi quelli psicologici tipici dell’ansia o della depressione e loro eventuali somatizzazioni. In particolare i sintomi della dispepsia nervosa possono essere:
- SINTOMI DISPEPTICI:
- pienezza postprandiale;
- sazietà precoce;
- dolore epigastrico;
- bruciore epigastrico.
- gonfiore epigastrico;
- eruttazione eccessiva;
- nausea.
- SINTOMI EXTRA-GASTRICI
- sudorazione a freddo;
- pallore;
- tachicardia;
- tensione muscolare;
- fiato corto;
- astenia;
- spossatezza;
- insonnia.
- SINTOMI PSICOLOGICI:
- paura generalizzata;
- preoccupazione;
- irritabilità;
- umore depresso;
- perdita di attenzione.
È importante notare che nel caso di dispepsia nervosa l’andamento dei sintomi gastrointestinali segue quello dell’ansia. Nei periodi più stressanti i sintomi saranno quindi maggiori, così come in quelli di calma tenderanno ad alleviarsi.
Dispepsia funzionale: sintomi d’allarme
I sintomi della dispepsia nervosa sono aspecifici. Essi, infatti, possono sovrapporsi a quelli di altri disturbi o associarsi ad altri sintomi, suggestivi di altre patologie rilevanti. In particolare i sintomi d’allarme della dispepsia funzionale che richiedono un tempestivo consulto con il proprio medico sono:
- disfagia (difficoltà a deglutire);
- odinofagia (dolore nella deglutizione);
- senso di pienezza dopo un pasto molto piccolo;
- perdita dell’appetito;
- involontaria perdita di peso;
- nausea e vomito ricorrenti;
- anemia;
- linfoadenopatia del collo (ingrossamento palpabile dei linfondi);
- età d’insorgenza dei sintomi oltre i 55 anni;
- famigliarità per cancro gastrico o esofageo.
La comparsa di specifici sintomi richiede invece di recarsi rapidamente in ospedale. In particolare è necessario andare in pronto soccorso in caso di:
- ematemesi (si vomita sangue rosso vivo) o di vomito caffeano (il vomito sembra caffè macinato);
- melena (feci nere, catramose ed estremamente maleodoranti che indicano la presenza di un’emorragia gastrointestinale superiore);
- forte dolore addominale o al torace con esordio improvviso.
Tali sintomi possono associarsi ad altre manifestazioni, come:
- stanchezza improvvisa;
- ipotensione;
- senso di stordimento;
- tachicardia;
- dispnea (respiro affannoso);
- pallore cutaneo;
- sudorazione a freddo;
- nausea e vomito.
Questi sintomi possono essere anche comuni manifestazioni dell’ansia o degli attacchi di panico. Tuttavia una loro comparsa improvvisa, associata ad altri sintomi organici come, ad esempio, il dolore toracico, richiedono un tempestivo intervento medico.
Dispepsia nervosa: cura
Farmaci per la dispepsia funzionale
Generalmente la cura della dispepsia funzionale prevede innanzitutto la terapia per l’eradicazione dell’infezione da H pylori nei pazienti che risultino positivi al batterio. Inoltre è possibile utilizzare gli inibitori di pompa protonica (IPP) nei soggetti che non sono positivi all’infezione o che non hanno avuto benefici dalla sua eradicazione. Queste due opzioni terapeutiche, infatti, offrono un miglioramento statisticamente significativo dei sintomi rispetto al placebo. Tuttavia esistono altri farmaci indicati per la cura della dispepsia funzionale, che possono essere particolarmente adatti per il trattamento della dispepsia nervosa.
Antidepressivi triciclici (TCA)
Gli antidepressivi triciclici(TCA) possono essere utilizzati non solo per il trattamento della depressione e dell’ansia, ma anche per migliorare le manifestazioni dispeptiche. In uno studio multicentrico randomizzato controllato l’uso dell’amitriptilina, ad esempio, ha mostrato di migliorare i sintomi della dispepsia funzionale rispetto al placebo, con un effetto principale sul dolore epigastrico. Tuttavia il suo utilizzo ha portato a reazioni avverse nel 30% dei pazienti (n = 29), che in 2 casi hanno costretto ad interrompere il trattamento[10].
Altri farmaci
Un altro studio randomizzato ha mostrato che la mirtazapina, un farmaco appartenente alla classe degli antidepressivi serotoninergici e noradrenergici specifici (NaSSA), non solo ha alleviato i sintomi dispeptici, ma ha anche ridotto l’ansia e la perdita di peso, che spesso si associano alla dispepsia funzionale[11].
Il buspirone, un ansiolitico appartenente alla classe degli agonisti della serotonina (5-HT1A), ha invece migliorato i sintomi dispeptici come la pienezza postprandiale, la sazietà precoce e il gonfiore[12], aumentando l’accomodamento gastrico, solitamente ridotto dall’ansia. Va notato che il tandospirone, un farmaco simile al suo analogo buspirone, ma commercializzato in Cina e Giappone, ha mostrato di ridurre efficacemente i sintomi gastrointestinali e l’ansia in pazienti con dispepsia funzionale[13].
Anche la rifaximina, un antibiotico utilizzato comunemente per le infezioni intestinali, ha mostrato di essere superiore al placebo nel miglioramento dei sintomi dispeptici come la pienezza postprandiale, il gonfiore e l’eruttazione [14]. Vale la pena notare che alcuni interessanti studi hanno evidenziato come il suo utilizzo possa migliorare anche i livelli di ansia, la risposta allo stress e i comportamenti depressivi, modulando l’attività del sistema nervoso centrale e migliorando il metabolismo del triptofano[15]. Tali effetti derivano dalla capacità eubiotica della rifaximina, in grado di aumentare la presenza di specie probiotiche nell’intestino.
Infine è necessario sottolineare che i farmaci procinetici, sebbene possano dare un piccolo miglioramento dei sintomi dispeptici, andrebbero utilizzati occasionalmente, mai cronicamente, a causa dei loro seri effetti collaterali.
Dispepsia nervosa: rimedi naturali
Innanzitutto un’efficace gestione della dispepsia nervosa richiede che il paziente risolva o impari a controllare l’ansia. Una revisione del 2017 ha infatti evidenziato un beneficio statisticamente significativo delle terapie psicologiche nei pazienti con FD[16]. È possibile, inoltre, che tale effetto sia ancor più significativo in quelli con dispepsia nervosa.
L’ipnosi è un ulteriore rimedio che può essere utile non solo per alleviare i sintomi psicologici, ma anche per migliorare la percezione e l’atteggiamento del paziente verso i sintomi dispeptici.
La respirazione diaframmatica è un altro efficace rimedio per la dispepsia nervosa. Essa, infatti, aiuta a gestire l’ansia e gli atteggiamenti depressivi, mentre è efficace nel ridurre alcuni dei sintomi della FD, come il gonfiore epigastrico, l’eruttazione o la nausea. La respirazione diaframmatica prevede di distendere l’addome, mentre si inspira e, di contrarlo, mentre si espira. È consigliabile praticarla per 5 minuti prima e dopo i pasti.
È fondamentale, inoltre, prestare attenzione alla qualità del sonno, adottando alcuni accorgimenti. È consigliabile, ad esempio, creare un ambiente favorevole al riposo, rendendo la camera da letto buia, silenziosa e a temperatura controllata (tra i 18 e i 21 gradi). Inoltre è importante mantenere un orario regolare per andare a letto e svegliarsi, anche nei giorni festivi, ridurre l’esposizione alla luce blu dei dispositivi elettronici prima di coricarsi, limitare il consumo di caffeina e alcol, soprattutto nelle ore serali, e fare attività fisica. Vale la pena notare, infatti, che uno studio su pazienti con FD ha mostrato come i disturbi del sonno aggravino i sintomi dispeptici e l’ansia[17].
Dispepsia nervosa: cosa mangiare
Generalmente uno dei più comuni fattori d’innesco dei sintomi dispeptici nei pazienti affetti da dispepsia nervosa è il consumo dei pasti, a cui può associarsi ansia anticipatoria. È quindi consigliabile fare pasti frequenti di piccole dimensioni ed evitare cibi ricchi di grassi, così da ridurre la probabilità di comparsa dei sintomi.
Alcune sostanze naturali, inoltre, possono essere utili per migliorare i sintomi dispeptici. Lo zenzero, ad esempio, ha proprietà procinetiche, carminative, anti-nausea, anti-emetiche ed antinfiamamtorie. Esso può quindi essere un utile alleato per la gestione della dispepsia funzionale.
Il triptofano, un aminoacido comune nelle proteine animali e vegetali, può invece migliorare non solo i sintomi dispeptici, ma anche quelli psicologici. Evidenze preliminari suggeriscono infatti che il suo utilizzo possa aumentare l’accomodamento gastrico, migliorando sintomi della dispepsia come la sazietà precoce[18]. Il triptofano, inoltre, può migliorare la qualità del sonno, l’ansia e la depressione.
Infine l’uso dei probiotici sembrerebbe in grado di migliorare non solo i sintomi gastrointestinali della FD, ma anche i sintomi psicologici che vi associano[19]. La modulazione del microbiota intestinale, infatti, rappresenta un interessante target terapeutico per la cura della dispepsia nervosa. Tuttavia sono necessari ulteriori studi per chiarire quali siano i ceppi probiotici più efficaci per la dispepsia funzionale.
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