Generalmente quando si parla in ambito medico di gonfiore al basso ventre si è soliti distinguere il gonfiore, inteso come semplice sensazione, dalla distensione addominale, intesa invece come un visibile aumento della circonferenza dell’addome. I due fenomeni non sempre si associano. In alcuni casi, infatti, le persone percepiscono il gonfiore senza che il loro addome sia visibilmente disteso. In altri casi, invece, la sensazione di gonfiore si accompagna ad un basso ventre gonfio e teso, che solitamente sottende disturbi diversi da quelli responsabili della sola sensazione di gonfiore. In questo articolo cercheremo di chiarire quali possono essere le cause delle due diverse forme di gonfiore, la cui corretta individuazione è fondamentale per una loro cura efficace.
Sensazione di gonfiore al basso ventre: cause
Generalmente la sensazione di gonfiore al basso ventre è dovuta ad un eccesso di gas che, esercitando pressione sulle pareti intestinali, provoca un senso gonfiore o pesantezza al basso addome. Tuttavia non sempre il gonfiore è dovuto ad un’anomala presenza d’aria nella pancia. Esso, infatti, può derivare anche da un’aumentata sensibilità dei visceri intestinali[1]. In questo caso, anche in presenza di una piccola quantità gas, il paziente può sentirsi gonfio, senza che vi sia un aumento proporzionale del volume gassoso intestinale. Inoltre le due condizioni possono presentarsi contemporaneamente. In quest’ultimo caso, più comune di quanto si possa ipotizzare, le condizioni che favoriscono la produzione di gas possono essere amplificate da una concomitante ipersensibilità viscerale del paziente.
Di seguito presenteremo alcune delle condizioni che possono causare la sensazione di gonfiore al basso ventre.
Malassorbimento
Il malassorbimento indica un’alterata assimilazione di sostanze alimentari, che può dipendere da una maldigestione degli alimenti, dal loro mancato assorbimento o da un inadeguato trasporto dei nutrienti verso il sistema linfatico. Esso può quindi causare sintomi da maldigestione, come la diarrea e il gonfiore, e da carenze nutrizionali, come la perdita di peso e l’affaticamento.
Il malassorbimento può interessare ciascun gruppo di nutrienti, come i carboidrati, i grassi e le proteine. Le sue cause possono essere diverse. Esso, infatti, può dipendere da svariate patologie del tratto gastrointestinale, da complicazioni post-operatorie (intestino corto) o da cattive abitudini alimentari come l’abuso di alcol. Di seguito accenneremo alle forme di malassorbimento che più comunemente si associano al gonfiore al basso ventre.
Intolleranza ai carboidrati
L’intolleranza ai carboidrati è una forma di malassorbimento dovuta alla carenza degli enzimi intestinali necessari per la digestione dei carboidrati. L’assorbimento degli zuccheri, infatti, richiede la presenza nell’intestino tenue di enzimi specializzati, di cui il paziente con malassorbimento è carente. In questo caso i carboidrati non digeriti nell’intestino tenue proseguono il loro transito verso l’intestino crasso, richiamando acqua e fornendo substrato per la fermentazione batterica, che rilascia gas. Ne risulta un aumento del volume intestinale di liquidi e gas, responsabile della sensazione di gonfiore al basso ventre. Va notato, inoltre, che i processi di fermentazione batterica, oltre a produrre gas, possono rilasciare metaboliti come il butirrato che, in eccesso, può aumentare la sensibilità viscerale[2], amplificando la sensazione di gonfiore.
La forma più comune d’intolleranza ai carboidrati è l’intolleranza al lattosio, caratterizzata dalla carenza dell’enzima lattasi. Altre forme di intolleranza ai carboidrati possono essere quella al fruttosio, al maltosio o al sucrosio.
FODMAP
L’acronimo FODMAP designa un particolare gruppo di zuccheri fermentabili, composto da oligo-saccaridi, di-saccaridi, mono-saccaridi e (and) polioli. Alcuni soggetti possono essere sensibili a questo tipo di zuccheri, pur non presentando un deficit enzimatico come accade nel caso delle intolleranza alimentari. Tuttavia il meccanismo attraverso il quale essi possono causare gonfiore è simile a quello delle intolleranze.
I FODMAP, infatti, hanno la caratteristica di non essere completamente digeriti o assorbiti nel nostro intestino. Il loro passaggio nell’intestino tenue richiama quindi acqua, mentre quando arrivano nell’intestino crasso, dove alberga gran parte del nostro microbiota, i batteri se ne nutrono, fermentandoli e producendo conseguentemente gas. L’assunzione di cibi contenenti FODMAP causa quindi un maggior volume di liquidi e gas, che distende la parete intestinale, provocando dolore, gonfiore, flatulenza e abitudini intestinali alterate come la diarrea o stipsi.
Celiachia
La celiachia è una malattia sistemica autoimmune, che insorge in persone geneticamente predisposte a seguito dell’esposizione al glutine. Nelle persone celiache, infatti, l’ingestione di glutine attiva il sistema immunitario, che attacca l’intestino tenue, danneggiandone la mucosa. In particolare, la risposta immunitaria atrofizza i villi intestinali, appiattendoli e limitando così l’assorbimento di nutrienti fondamentali per la salute dell’intero organismo. Il ridotto assorbimento intestinale degli alimenti richiama liquidi nell’intestino, oltre a favorire i processi di fermentazione batterica. Ciò causa diversi sintomi gastrointestinali, incluso il gonfiore al basso ventre.
Sindrome da sovracrescita batterica intestinale (SIBO)
La sindrome da sovracrescita batterica intestinale (o small bowel bacterial overgrowth – SIBO) è un disturbo caratterizzato da un’anomala proliferazione batterica nell’intestino tenue, la porzione intestinale in cui solitamente sono digeriti gli zuccheri come il lattosio.
Generalmente la ridotta presenza di flora batterica nel piccolo intestino permette la digestione degli zuccheri, senza che essi siano fermentati. Tuttavia nei pazienti affetti da SIBO l’abbondanza di batteri nell’intestino tenue ne favorisce la fermentazione, causando gli stessi sintomi delle intolleranze, anche se non vi è una carenza di enzimi. La SIBO, infatti, può causare la sensazione di gonfiore al basso ventre, oltre ad al atri sintomi gastrointestinali come la diarrea o la flatulenza.
Inoltre la SIBO può causare, oltre ai più comuni sintomi da maldigestione come il gonfiore, anche condizioni di malassorbimento dei nutrienti[3], dovuti ad alterazioni della mucosa intestinale, che possono portare alla comparsi di sintomi extra-intestinali.
Stipsi
La stipsi è una condizione caratterizzata da evacuazione infrequente (<3 evacuazioni), difficoltosa ed incompleta, cui si associano feci dure e grumose. Essa può quindi favorire l’accumulo e la fermentazione del contenuto intestinale, con un conseguente aumento del volume fecale e gassoso nell’intestino. Ciò può causare la sensazione di gonfiore al basso ventre e, nel caso di forme severe, può portare anche alla distensione dell’addome.
Generalmente la stipsi è un sintomo di altri disturbi. Essa, infatti, può sottendere problematiche diverse. Una condizione spesso trascurata è l’ipotiroidismo. Una ridotta produzione degli ormoni tiroidei, infatti, può rallentare il transito intestinale[4], favorendo la stitichezza e, conseguentemente, il gonfiore al basso ventre.
Sindrome dell’intestino irritabile
La sindrome dell’intestino irritabile (o irritable bowel syndrome – IBS) è una condizione caratterizzata da dolore e gonfiore addominale, cui si associano disturbi dell’alvo come stipsi e/o diarrea. La causa dell’IBS non è conosciuta. Tuttavia nei soggetti che soffrono di colon irritabile è stata riscontrata ipersensibilità viscerale[1], una condizione in cui l’aumentata sensibilità dei visceri intestinali può far sentire il paziente gonfio anche quando il suo volume di gas è normale. I soggetti che ne soffrono hanno quindi una soglia percettiva più bassa del comune, che li porta ad avvertire stimoli altrimenti impercettibili.
Gonfiore al basso ventre e distensione addominale: cause
Generalmente la distensione addominale è attribuita a un eccessivo accumulo di gas che, facendo pressione sulle pareti gastrointestinali, ne determinerebbe la distensione, causando un visibile gonfiore addominale. L’ipotesi prevalente è quindi quella secondo cui la distensione sia il risultato di anomalo accumulo di gas, responsabile della protrusione della pancia. Tuttavia alcuni interessanti studi hanno evidenziato come la distensione addominale sia imputabile ad un eccesso di gas solo in quei casi (minoritari) in cui il paziente è affetto da condizioni di dismotilità severa[5], dovute a patologie come:
- l’ostruzione intestinale;
- la pseudo-ostruzione intestinale;
- la malattia di Crohn;
- la retto-colite ulcerosa;
- la gastroparesi.
Diversi studi hanno infatti mostrato inaspettatamente come possa esserci distensione addominale anche in presenza di un livello normale di gas o di un suo piccolo incremento[5–6]. In questo caso il gonfiore non è dovuto ad un eccesso di gas, ma ad un anomalo riflesso motorio della muscolatura addominale, noto come dissinergia addomino-frenica.
Dissinergia addomino-frenica
La dissinergia addomino-frenica (o abdomino-phrenic dyssynergia – APD) è un disturbo funzionale che si verifica quando il cervello non coordina correttamente (dis-sinergia) il movimento dei muscoli del diaframma e dell’addome in relazione alla pienezza addominale
Normalmente quando lo stomaco è pieno di cibo o gas, il diaframma si rilassa, rilasciandosi verso l’alto, in modo da dare più spazio agli organi addominali. Contemporaneamente i muscoli addominali si contraggono, così da evitare la fuoriuscita dell’addome. Con la dissinergia addomino-frenica la coordinazione è invece opposta. Quando c’è pienezza addominale, infatti, il diaframma si contrae, mentre si rilassano i muscoli addominali. In tal modo il diaframma spinge gli organi dell’addome che, incontrando meno resistenza dalla parete addominale, sono proiettati verso l’esterno. Il risultato è un visibile distensione dell’addome(si veda fig.1).
Fig. 3 Fonte: https://zionphysicaltherapy.com/blog/tag/abdominophrenic+dyssynergia
In sintesi..
Quando la distensione dell’addome non è dovuta ad una severa condizione di dismotilità come quella causata da un blocco intestinale, è possibile che essa dipenda dall’APD. In questo caso il gonfiore dell’addome deriva da un’anomala risposta motoria alla sensazione di pienezza o gonfiore. L’APD può essere innescata anche da una piccola quantità di gas. Tuttavia le condizioni che possono causare un aumento della sensazione di gonfiore, come le intolleranze alimentari, la stitichezza o l’ipersensibilità viscerale, possono amplificare la sensazione di pienezza, aggravando il riflesso disfunzionale dell’APD. La loro gestione, sebbene non risolutiva, può quindi aiutare a controllare l’intensità della dissinergia addomino-frenica.
Distensione addominale: altre cause organiche
La distensione dell’addome può sottendere anche altri disturbi organici, come:
- tumori intra-addomnali;
- ascite;
- diverticolite;
- cisti ovariche;
- calcolosi renale;
- rene policistico;
- endobelly o pancia da endometriosi.
Va notato, tuttavia, che in questi casi (minoritari), il gonfiore dell’addome solitamente non è l’unico sintomo, ma si accompagna a diversi altri sintomi, suggestivi della presenza di patologie organiche specifiche.
Gonfiore del basso ventre nelle donne
Il gonfiore del basso ventre nelle donne può essere dovuto alle fluttuazioni ormonali, che possono influenzare il sistema digestivo da più angolazioni.
Innanzitutto gli estrogeni causano ritenzione idrica[7]. Quando il loro livello aumenta e scende quello del progesterone, il corpo trattiene i liquidi, causando gonfiore addominale. Inoltre gli estrogeni e il progesterone possono accelerare o rallentare la motilità intestinale, favorendo l’accumulo di gas. Infine i recettori degli estrogeni lungo il tratto gastrointestinale possono aumentare la sensibilità dei visceri intestinali, amplificando la sensazione di gonfiore.
Gli ormoni femminili possono fluttuare a causa di diverse condizioni. Le più comuni sono il ciclo mestruale, la sindrome premestruale, la perimenopausa e la gravidanza.
Va notato, inoltre, che il gonfiore addominale nelle donne può essere un sintomo di svariati disturbi femminili, come:
- la malattia infiammatoria pelvica;
- la disfunzione del pavimento pelvico;
- l’endometriosi;
- la fibromialgia;
- le cisti ovariche;
- gravidanza ectopica o extrauterina.
Gonfiore al basso ventre: rimedi
Il gonfiore al basso ventre può avere innumerevoli cause, la cui individuazione è indispensabile per poter impostare una terapia efficace. Una corretta diagnosi del gonfiore, infatti, è fondamentale per poter scegliere le cure più adatte a ciascun paziente. Di seguito accenneremo ad alcuni tra i possibili rimedi per il gonfiore al basso ventre.
Farmaci da banco per eliminare i gas intestinali
Simeticone
Il simeticone è un farmaco in grado di aggregare le piccole bolle di gas intestinale in bolle più grandi e compatte. Il maggior volume delle bolle, infatti, rende il gas intestinale più facilmente eliminabile[8]. Il simeticone è quindi indicato in caso di meteorismo, flatulenza e gonfiore addominale.
È acquistabile in farmacia senza prescrizione medica ed è disponibile sotto forma di compresse, capsule, gocce e liquido da ingerire. Il suo effetto inizia dopo 30 minuti dall’assunzione.
Carbone attivo
Il carbone attivo o vegetale è un tipo di carbone che si distingue per la sua elevata porosità, utilizzata per catturare i gas intestinali o eventuali sostanze tossiche. Il carbone vegetale, infatti, è indicato per il trattamento del meteorismo e degli avvelenamenti.
L’associazione del dimeticone al carbone attivo aumenta la sua capacità di eliminare l’aria dalla pancia.
L’uso a breve termine del carbone attivo è considerato sicuro. Tuttavia il suo utilizzo può ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci ed è sconsigliato in persone stitiche.
Farmaci per la stitichezza
L’accumulo di feci nell’intestino può favorire la fermentazione del cibo e l’accumulo di gas nel basso ventre. In questo caso i farmaci per la stitichezza possono ridurre il gonfiore, favorendo il transito intestinale. In particolare è possibile utilizzare:
- alcune fibre alimentari e agenti di massa;
- lassativi osmotici;
- lassativi stimolanti;
- agenti emollienti;
- farmaci prosecretori (lubiprostone, linaclotide).
Va notato, tuttavia, che il consumo di alcuni tipi di fibre come l’inulina, i frutto-oligosaccaridi (FOS) e l’oligofruttosio possono peggiorare il gonfiore nei pazienti che soffrono di colon irritabile. Inoltre alcuni lassativi, come il mannitolo, il sorbitolo e il lattulosio andrebbe opportunamente valutato nei pazienti che soffrono di colon irritabile a causa del loro elevato contenuto di FODMAP. Il loro utilizzo può infatti aumentare il gonfiore e il dolore addominale.
Neuromodulatori
L’utilizzo dei farmaci neuromodulatori, comunemente noti come antidepressivi, può essere efficace nei casi in cui il gonfiore sia causato da una condizione d’ipersensibilità viscerale. Gli antidepressivi, infatti, hanno un effetto analgesico sulle pareti gastrointestinali, che può ridurre la sensazione di gonfiore, così come il riflesso disfunzionale della dissinergia addomino-frenica.
In particolare, i farmaci neuromodulatori indicati per il gonfiore addominale funzionale sono gli antidepressivi triciclici (TCA), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e il farmaco ansiolitico buspirone[9].
Rifaximina
La rifaximina è un antibiotico utilizzato comunemente per le infezioni intestinali, in grado di ridurre la prevalenza di batteri patogeni e favorire quella delle specie probiotiche. Essa, infatti, è considerata un antibiotico con effetto eubiotico. Il suo utilizzo è indicato per la cura della SIBO e può ridurre il gonfiore causato da una contaminazione batterica dell’intestino tenue.
Rimedi naturali
Dieta low-FODMAP
Negli ultimi anni diversi studi hanno evidenziato come una dieta a basso contenuto di FODMAP possa aiutare a ridurre i sintomi della sindrome del colon irritabile, in particolare il gonfiore addominale[10]. Essa, infatti, può ridurre il carico osmotico e gassoso dell’intestino, limitando il consumo dei carboidrati a catena corta, scarsamente digeriti dall’intestino tenue.
Enzimi digestivi
Gli enzimi digestivi sono sostanze necessarie per digerire il cibo. Generalmente gli enzimi sono prodotti a sufficienza dal nostro organismo. Talvolta, però, il nostro corpo può esserne carente, come nel caso delle intolleranze alimentari e delle forme di malassorbimento. In questi casi l’integrazione di enzimi digestivi può facilitare la digestione, evitando i processi di fermentazione e accumulo di gas, responsabili di gonfiore, flatulenza e difficolta digestive.
Probiotici
I probiotici sono microrganismi vivi che, assunti in quantità adeguate, apportano benefici per la salute dell’organismo ospite. Nel caso del gonfiore addominale il loro utilizzo può modulare positivamente la composizione del microbiota intestinale, bilanciando la prevalenza di specie batteriche responsabili della produzione di gas. Essi, inoltre, possono regolare la sensibilità viscerale dell’intestino, riducendo la percezione del gonfiore. È necessario sottolineare, tuttavia, che l’effetto dei probiotici è strettamente dipendente dal tipo di proobiotico utilizzato.
Prebiotici
I prebiotici sono sostanze alimentari che attraversano il tratto gastrointestinale senza essere digerite, stimolando la crescita o l’attività dei microrganismi probiotici. Essi, infatti, non possono essere assimilati dall’intestino, ma sono digeriti dai microrganismi intestinali, che se ne nutrono. Nonostante i prebiotici possano peggiorare il gonfiore e la flatulenza sostenendo i processi di fermentazione, alcuni di essi possono indurre un adattamento postivo del microbiota intestinale, favorendo la prevalenza di specie batteriche produttrici di minor gas.
Erbe
Diverse sostanze naturali, assunte in forma fresca, di tisane o integratori, possono ridurre la sensazione di gonfiore al basso ventre. Ad esempio, alcune sostanze come lo zenzero, l’assenzio o il finocchio, hanno proprietà carminative, in grado di limitare la formazione di gas e di favorirne l’espulsione dall’intestino.
Attività fisica
L‘attività fisica può ridurre la sensazione di gonfiore, favorendo l’espulsione del gas e regol. La corsa, ad esempio, sottopone l’intestino a una stimolazione ritmica, dovuta ai ripetuti contraccolpi del suolo sul piede. Tale stimolazione attiva la peristalsi, favorendo il transito intestinale e migliorando la stitichezza e il meteorismo. Alcuni esercizi mutuati dallo yoga possono inoltre stimolare meccanicamente l’addome, favorendo l’eliminazione dell’aria dalla pancia.
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