Il gonfiore addominale può avere cause assai diverse tra loro, la cui individuazione è necessaria per poter scegliere la terapia più adatta. Una diagnosi corretta, infatti, consente di agire sulle cause del gonfiore, adottando terapie mirate. A tal fine è possibile avvalersi di specifici accertamenti diagnostici, che il medico dovrebbe prescrivere solo dopo aver ricostruito attentamente l’anamnesi del paziente. Comprendere le modalità d’insorgenza del gonfiore addominale, la sua localizzazione, il grado o i fattori scatenanti permette infatti di capire quali indagini possano essere realmente utili. In questo articolo approfondiremo gli esami da fare per il gonfiore addominale.
Esami del sangue per il gonfiore addominale
Gli esami del sangue per il gonfiore addominale possono evidenziare la presenza di patologie, gastrointestinali ed extra-intestinali, responsabili del gonfiore.
Esami del sangue per i disturbi gastrointestinali
Gli esami del sangue per il gonfiore causato da disturbi gastrointestinali sono:
- indici infiammatori e infettivi: i valori di VES (velocità di eritrosedimentazione), PCR (proteina C reattiva), Leucociti e Procalcitonina possono indicare la presenza d’infiammazioni o infezioni in atto. Essi possono quindi suggerire al medico la possibile presenza di una malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD)[1], come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, o una possibile infezione intestinale;
- i valori dell’emocromo completo, il ferro e la ferritina, la transferrina, il fibrinogeno e le vitamine del gruppo B possono evidenziare la presenza di anemia. L’anemia può essere un segno della presenza di malattie infiammatorie intestinali[2] e può inoltre indicare la presenza di sanguinamento gastrointestinale;
- test sierologici per la celiachia: le analisi sono finalizzate alla ricerca di anticorpi specifici per l’intolleranza al glutine. In particolare gli anticorpi oggetto dei test sono i tTG, gli AGA e gli EMA. Il medico può inoltre richiedere il test genetico per la suscettibilità alla celiachia e richiedere una biopsia intestinale per confermarne la diagnosi;
- test per allergie alimentari: alcuni esami del sangue come il RAST, il CAP-RAST e l’ELISA verificano la presenza nel sangue di anticorpi specifici per determinati alimenti. Tuttavia la positività al test non implica necessariamente la presenza di un’allergia alimentare.
Esami del sangue per i disturbi extra-gastrointestinali
Gli esami del sangue per il gonfiore causato da disturbi extra-gastrointestinali sono:
- indici di funzionalità pancreatica: gli esami del sangue rilevano i livelli degli enzimi amilasi e lipasi, che digeriscono carboidrati e grassi. Eventuali carenze degli enzimi possono indicare insufficienza pancreatica, una condizione che porta a malassorbimento dei nutrienti e gonfiore;
- marcatori di funzionalità tiroidea: gli esami del sangue per la tiroide, come il test del TSH, permettono di rilevare l’ipotiroidismo, che può causare rallentamento della motilità gastrointestinale e gonfiore addominale;
- indici di funzionalità renale: gli esami del sangue per la funzionalità dei reni, come il test della creatinina e l’EGFR, possono suggerire la presenza di problemi ai reni, che possono causare gonfiore al basso ventre;
- indici di funzionalità epatica: gli esami del sangue per la funzionalità epatica, come i test per la bilirubina e la transaminasi, possono indicare la presenza di malattie del fegato.
Esami di laboratorio per il gonfiore addominale
Altri esami di laboratorio per il gonfiore addominale sono:
- analisi delle feci: l’esame delle feci consente di rilevare la presenza di infezioni batteriche e parassitosi intestinali. La ricerca del sangue occulto può invece evidenziare la presenza di tumori gastro-intestinali, come il carcinoma del colon-retto. La presenza di tracce di grassi può inoltre indicare un problema di malassorbimento, come nel caso dell’insuffcienza pancreatica; infine la misurazione della calprotectina fecale può evidenziare la presenza d’infiammazione intestinale, suggerendo una possibile malattia infiammatoria intestinale (IBD);
- analisi delle urine: l’esame delle urine può evidenziare disturbi renali e infezioni urinarie, che possono causare gonfiore al basso ventre.
Test del respiro per il gonfiore addominale
I test del respiro o breath test sono un utile strumento per la diagnosi di disturbi responsabili di una larga parte dei casi di gonfiore addominale.
In particolare i test per il gonfiore addominale sono:
- test del respiro al lattosio: è un esame minimamente invasivo, che prevede l’analisi dell’espirato del paziente, dopo aver consumato una bevanda a base di lattosio, lo zucchero contenuto nei latte. Esso permette di stabilire se si è intolleranti al latte e ai suoi derivati;
- breath test al fruttosio: è un test dell’espirato dopo aver consumato una bevanda a base di fruttosio; è indicato per valutare l’intolleranza al fruttosio, uno zucchero semplice contenuto prevalentemente in frutta e miele, ma anche in verdure, come carote e pomodori, e prodotti dolciari;
- test del respiro al sorbitolo: è un esame che prevede l’analisi dell’espirato dopo aver consumato una bevanda a base di sorbitolo; è indicato per valutare l’intolleranza al sorbitolo, uno zucchero contenuto nelle alghe rosse, bacche e in frutta come mele, pesche, albicocche, susine, pere e ciliegie. È presente anche in verdure, come cipolle e asparagi, prodotti dolciari e alimenti per diabetici.
- breath test al lattulosio: è un esame non invasivo, che prevede l’analisi dell’espirato del paziente dopo aver consumato una bevanda a base di lattulosio; è indicato per diagnosticare la sindrome da contaminazione batterica dell’intestino tenue (SIBO) e per valutare il tempo di transito oro-cecale, cioè il tempo di digestione di un alimento. Inoltre il test del respiro al lattulosio ha una maggiore sensibilità del test al glucosio, anch’esso utilizzato per la diagnosi della SIBO.
Esami strumentali per il gonfiore addominale
Gli esami strumentali permettono di approfondire la diagnosi formulata sulla base dell’anamnesi e degli esami di laboratorio. Essi, infatti, possono confermare o smentire la diagnosi precedentemente formulata.
I principali esami strumentali per il gonfiore addominale sono:
- ecografia addominale: permette lo studio di organi e tessuti presenti nell’addome, consentendo l’esplorazione, ad esempio, di fegato, cistifellea, milza, reni, pancreas, stomaco e area pelvica. È utile anche per individuare eventuali cisti e tumori addominali.
- ecografia delle anse intestinali: permette la valutazione dello spessore delle pareti di colon e intestino tenue. Eventuali ispessimenti, infatti, possono suggerire una malattia infiammatoria intestinale (IBD);
- gastroscopia e colonscopia: tali esami, attraverso l’utilizzo di un endoscopio, permettono la visualizzazione diretta di esofago, stomaco e intestino, consentendo la diagnosi delle principali patologie digestive.
Altri possibili esami strumentali per approfondire eventuali patologie digestive sono:
- tac addominale;
- risonanza magnetica;
- radiografia diretta dell’addome, con pasto baritato o con clisma opaco;
- scintigrafia di svuotamento gastrico;
- manometria esofagea, gastrica e anorettale;
- studio dei tempi di transito intestinale.
In sintesi..
Gli esami da fare per il gonfiore addominale possono aiutare a capirne le cause e scegliere le terapie più adatte. Gli accertamenti, infatti, possono evidenziare la presenza di disturbi gastrointestinali, intolleranze, allergie e patologie extra-gastriche. Tuttavia il gonfiore può essere un sintomo di un disturbo gastrico funzionale, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o la dispepsia funzionale, in cui il paziente riporta sintomi reali, sebbene gli esami non evidenzino alcun segno di malattia. In questi casi gli accertamenti permettono solo di escludere possibili cause organiche del gonfiore addominale.
Bibliografia
- Cappello M, Morreale GC. The Role of Laboratory Tests in Crohn’s Disease. Clin Med Insights Gastroenterol. 2016 Aug 18;9:51-62.
- Kaitha S, Bashir M, Ali T. Iron deficiency anemia in inflammatory bowel disease. World J Gastrointest Pathophysiol. 2015 Aug 15;6(3):62-72.