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Probiotici: quando assumerli

I probiotici sono microrganismi vivi e attivi, sensibili all’acido gastrico. L’azione battericida dei succhi gastrici, infatti, può influenzarne la concentrazione, diminuendone l’efficacia. Per questa ragione ci si chiede spesso quale sia il momento migliore per la loro assunzione. Sfortunatamente le raccomandazioni di utilizzo non sempre sono d’aiuto: in alcuni casi, infatti, si consiglia di prenderli prima o durante i pasti, in altri dopo o lontano dai pasti e in altri ancora si ritiene si possano prendere sempre. È necessario quindi chiarire quando assumere i probiotici, evidenziando le modalità più corrette di utilizzo.

Probiotici: quando assumerli

L’acido gastrico è il primo filtro immunologico del nostro organismo. Esso, infatti, uccide molti dei patogeni ingeriti con il cibo. Purtroppo, però, l’acido attacca indistintamente anche i “batteri buoni“, riducendo la disponibilità dei probiotici a livello intestinale. Uno studio, infatti, ha simulato l’effetto dell’acido sui probiotici, mostrando come esso sia capace di uccidere fino al 60% dei microrganismi[1]. Tuttavia non tutti i probiotici sono parimenti sensibili all’acidità gastrica. In generale i lattobacilli e gli enterococchi hanno resistenza all’acido maggiore dei bifidobatteri, ad eccezione di Bifidobacterium animalis, che tollera efficacemente l’acidità dello stomaco[2]. Inoltre Saccharomyces boulardii, un ceppo di lievito, non sembra risentire dell’insulto acido.

È importante notare quindi che alcune specie di probiotici risentono maggiormente del pH gastrico. Tuttavia alcuni accorgimenti possono limitarne l’impatto, migliorando la sopravvivenza dei probiotci e aumentandone così la disponibilità intestinale.

Probiotici: meglio prima o dopo i pasti?

Uno degli interrogativi più frequenti tra i consumatori di probiotici è se essi vadano consumati prima o dopo i basti. A tal riguardo uno studio canadese[3] fornisce alcuni utili suggerimenti. I ricercatori, infatti, hanno ricreato un modello artificiale di stomaco e duodeno per capire se la somministrazione prima, durante o dopo i pasti influenzasse la sopravvivenza dei probiotici.

Gli studiosi hanno utilizzato un integratore multi-ceppo contente:

  • Lactobacillus helveticus R0052;
  • Lactobacillus rhamnosus R0011;
  • Bifidobacterium longum R0175;
  • Saccharomyces cerevisiae boulardii.

Lo studio ha mostrato che:

  • la sopravvivenza dei lattobacilli e dei bifidobatteri era migliore se l’integratore era somministrato 30 minuti prima del pasto o insieme al pasto;
  • il probiotico S. boulardii, un ceppo di lievito, non è risultato essere influenzato dal momento di somministrazione;
  • la sopravvivenza dei probiotici somministrati 30 minuti dopo il pasto è stata scarsa.

Probiotici: il cibo può fare la differenza?

Lo studio canadese ha inoltre rivelato che la sopravvivenza dei probiotici è stata migliore se somministrati 30 minuti prima o insieme a un pasto o una bevanda contenenti una piccola quantità di grassi. In particolare la sopravvivenza era migliore quando i probiotici erano assunti con latte all’1% di grassi o con pappa d’avena (porridge) rispetto al succo di mela o all’acqua sorgente. Ciò ha portato i ricercatori a concludere che i probiotici dovrebbero essere assunti appena prima o insieme ad un pasto contente un piccola quota di grassi.

Inoltre un ulteriore studio ha evidenziato che i lattobacilli hanno una maggiore capacità di sopravvivenza in ambiente acido in presenza di zuccheri. Nello studio, infatti, aumentando la concentrazione di glucosio in una soluzione acida (pH=2), sovrapponibile a quella tipica dello stomaco, aumentava anche la sopravvivenza dei lattobacilli[4]. Ciò suggerisce che la presenza di una quota di zuccheri nel pasto può ulteriormente favorire la disponibilità di lattobacilli vivi nell’intestino.

Va notato, infine, che alcuni studi[56] hanno rivelato che talvolta anche i probiotici non vitali possono avere effetti benefici per la salute. Alcuni probiotici, inattivati con il calore, hanno infatti mostrato di poter coadiuvare la gestione di alcuni disturbi gastrointestinali, allergici, dermatologici e respiratori. L’assenza di vitalità, inoltre, esclude la possibilità, seppur remota, di effetti collaterali da probiotici. Tuttavia si tratta d studi preliminari, che necessitano di ulteriori approfondimenti e che, soprattutto, non smentiscono l’evidenza consolidata secondo cui l’efficacia dei probiotici dipende significativamente dalla loro vitalità.

Probiotici: quando assumerli?

I probiotici dovrebbero essere assunti appena prima o insieme ad un pasto contente un piccola quota di grassi e/o di zuccheri.

Probiotici: quando non assumerli?

È preferibile non assumere i probiotici dopo i pasti o a stomaco vuoto, soprattutto quando si assumono ceppi più sensibili all’acido gastrico o che utilizzino modalità d’incapsulazione non gastroprotette. Alcune tecnologie come la microincapsulazione, infatti, possono isolare i probiotici dai succhi gastrici, consentendogli di arrivare vivi nell’intestino, a prescindere dal momento di somministrazione. In questi casi, infatti, l’assunzione del probiotico dopo il pasto o a stomaco vuoto non dovrebbe ridurne la disponibilità.

Bibliografia

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Prof. Enrico Ricci
Prof. Enrico Ricci
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).

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