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Gastroprotettori e Antibiotici

Gastroprotettori e antibiotici

Gli antibiotici sono farmaci utilizzati per la cura delle infezioni batteriche. Il loro effetto terapeutico, infatti, è dovuto alla loro capacità di uccidere i batteri responsabili dell’infezione, interrompendone la replicazione. Esistono molte classi di antibiotici, indicate per specifici ceppi batterici e con effetti collaterali diversi. Alcuni di essi possono causare disturbi gastrointestinali che, talvolta, inducono impropriamente ad assumere i gastroprotettori insieme agli antibiotici.

Quando si prende l’antibiotico si deve prendere il gastroprotettore?

Generalmente l’assunzione dell’antibiotico non richiede la somministrazione del gastroprotettore. Ad oggi, infatti, non esiste alcuna linea guida che raccomandi l’uso degli inibitori di pompa protonica (IPP) in caso di terapia antibiotica. Ciononostante alcuni antibiotici, oltre i noti problemi intestinali come la diarrea o il mal di pancia, possono causare anche sintomi gastrici, che possono spingere all’uso del gastroprotettore durante la terapia antibiotica. Alcuni antibiotici (vedi box 1), infatti, possono causare:

  • bruciore;
  • mal di stomaco;
  • nausea;
  • vomito.

Tuttavia la possibile insorgenza dei sintomi gastrici non giustifica di per sé l’uso dei gastroprotettori. È invece necessario valutare le caratteristiche individuali del paziente, le sue condizioni pregresse (gastrite, ulcera, etc.) e i suoi possibili fattori di rischio per eventuali complicazioni gastrointestinali come l’ulcera. Se da un lato, infatti, l’uso degli antibiotici può ritenersi sicuro in soggetti sani, dall’altro esso può essere problematico in soggetti a rischio.

Ad esempio, l’uso della doxiciclina, un antibiotico utilizzato comunemente per un’ampia gamma d’infezioni, è stato associato alla comparsa di lesioni esofagee e gastriche severe in pazienti a rischio[1]. Il suo utilizzo andrebbe quindi attentamente valutato nei soggetti che assumono contemporaneamente più farmaci gastrolesivi (FANS, etc.) e/o che abbiano una precedente storia di sanguinamento gastrointestinale o che ne presentino i fattori di rischio. In questi casi è possibile valutare la sostituzione dell’antibiotico con un altro meno lesivo o l’utilizzo concomitante della protezione per lo stomaco.

Antibiotici e sintomi gastrici

Generalmente l’insorgenza dei sintomi gastrici è più frequente con le seguenti classi di antibiotici[2314]:

  • Macrolidi (azitromicina, claritromicina, eritromicina, fidaxomicina);
  • Tetracicline (doxiciclina, eravaciclina, minociclina, omadaciclina);
  • Cafalosporine (cefotaxima, ceftizoxima, ceftriaxone, ceftazidima, etc.);
  • Penicilline (ampicillina, l’amoxicillina, la meticillina e l’oxacillina);
  • Fluorochinoloni (delafloxacina, gemifloxacina, levofloxacina e moxifloxacina).

Box 1 – Antibiotici e sintomi gastrici

Cosa prendere con l’antibiotico per proteggere lo stomaco?

I sintomi gastrici dovuti all’uso degli antibiotici possono essere minimizzati assumendoli a stomaco pieno. Ad esempio, l’assunzione di cibo può minimizzare gli effetti gastrici dell’amoxicillina e della doxiciclina. Tuttavia le tetracicline, cui appartiene la doxiciclina, non dovrebbero essere prese con il latte e suoi derivati (per il loro alto contenuto in calcio) e con alimenti contenenti il ferro. Entrambe le sostanze, infatti, ne riducono l’assorbimento. Altre classi di antibiotici andrebbero invece assunte lontano dai pasti, a prescindere dal tipo di alimenti. Alcuni antibiotici appartenenti alla famiglia dei macrolidi e delle penicillline, ad esempio, vanno assunte a stomaco vuoto, perché l’esposizione prolungata agli acidi gastrici, che ne deriverebbe assumendoli con il pasto, potrebbe diminuirne l’assorbimento.

In alcuni casi i fastidi gastrici causati dagli antibiotici potrebbero essere trattati con farmaci sintomatici, in grado di tamponare l’acidità. Tuttavia è bene precisare che l’utilizzo di antiacidi a base di alluminio e magnesio possono ridurre l’assorbimento delle tetracicline, diminuendone l’effetto terapeutico. Anche rimedi di uso comune, come il bicarbonato di sodio, possono interferire con l’assorbimento degli antibiotici.

Gastroprotettore e antibiotici: gli effetti collaterali

Generalmente nella percezione comune l’associazione del gastroprotettore all’antibiotico è ritenuta innocua, se non utile a preservare l’integrità dello stomaco. In realtà l’utilizzo congiunto degli inibitori di pompa e degli antibiotici può avere invece effetti collaterali non trascurabili.

Uno studio statunitense, infatti, ha evidenziato come i pazienti in terapia con inibitori di pompa protonica e antibiotici fossero più suscettibili all’infezione da Clostridium difficile, un batterio causa di dissenteria, talvolta fatale, soprattutto nel paziente anziano. In particolare il 60% dei casi di infezione riguardava pazienti in terapia con IPP e antibiotici, mentre il 9% assumeva solo IPP e il 13.6% solo l’antibiotico[5]. Tale studio, se da un lato conferma che il solo utilizzo di IPP o di antibiotici di per sé espone maggiormente al rischio di infezione da C. difficile, dall’altro rivela come la loro associazione rappresenti la “ricetta migliore” per contrarre l’infezione.

Un ulteriore studio ha inoltre messo in evidenza come l’uso congiunto degli IPP con gli antibiotici come i macrolidi e le pencilline aumenti invece il rischio di sviluppare l’insufficienza renale acuta[6]

Inoltre uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology ha invece evidenziato come l’associazione del lansoprazolo al ceftriaxone, un antibiotico appartenente alla famiglia delle cefalosporine, aumenti il rischio di sviluppare la sindrome acquisita del QT lungo[7]. Tale disturbo cardiaco può causare aritmie maligne e portare all’arresto cardiaco.

Va notato, infine, che l’uso concomitante degli antibiotici e dei gastroprotettori può indurre disbiosi intestinale, che sempre più studi suggeriscono mediare lo sviluppo di diverse patologie.

Alla luce delle attuali evidenze l’utilizzo disinvolto degli antibiotici in associazione ai gastroprotettori dovrebbe essere ridotto e previsto solo se clinicamente necessario, soppesando rischi e benefici di ciascun caso.

Vale la pena ricordare che attualmente l’unico caso in cui è raccomandato l’uso congiunto dell’antibiotico con il gastroprotettore è nella terapia di eradicazione dell’Helicobacter Pylori. Essa prevede l’utilizzo di due/tre antibiotici con un inibitore di pompa protonica (IPP). Gli IPP, infatti, aumentano il pH gastrico, portandolo dalla situazione di acidità fisiologica dello stomaco ad una prossima alla neutralità. In questa condizione H. pylori (batterio neutralofilo) aumenta la sua crescita, divenendo maggiormente suscettibile all’azione degli antibiotici. Nella terapia di eradicazione di H pylori l’uso del gastroprotettore permette quindi di aumentare la sensibilità del batterio agli antibiotici[8].

Bibliografia
Prof. Enrico Ricci
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).