Tisane per reflusso

tisane per relfusso

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è un disturbo dovuto all’esposizione cronica dell’esofago ai succhi gastrici. La cura del reflusso mira quindi a ridurre l’esposizione dell’esofago all’acido, limitando la secrezione di acido gastrico, aumentandone le difese e limitando meccanicamente la risalita di acido. Generalmente queste funzioni sono svolte efficacemente dai farmaci per la MRGE. Tuttavia alcune sostanze naturali possono coadiuvarne l’azione, avendo effetti simili, seppur solo parzialmente, a quelli dei farmaci. Tali sostanze possono essere assunte in forme diverse come compresse, polveri o estratti liquidi. In questo articolo ci occuperemo delle tisane per il reflusso, chiarendo quali sono le tisane che possono alleviarne i sintomi.

Tisane antireflusso

Come preparare una tisana?

Generalmente i modi per preparare una tisana sono:

  • infuso: una o più erbe sono lasciate in infusone in acqua calda per un periodo di tempo variabile; tale procedura è impiegata quando si utilizzano le parti più delicate della pianta, come i fiori e le foglie; esse, infatti, potrebbero degradarsi se esposte per più tempo ad alte temperature;
  • decotto: una o più erbe sono bollite per un periodo di tempo variabile; tale procedura è utilizzata per estrarre i fitocomplessi delle parti più dure della pianta, come radici, semi e cortecce;
  • macerato: una o più erbe sono lasciate a macerare per più giorni in acqua a temperatura ambiente; la soluzione acquosa è poi filtrata e consumata a temperatura ambiente; tale procedura di estrazione è da preferire quando i fitocomplessi sono sensibili al calore e sono volatili.

Tisana allo zenzero

Nella medicina tradizionale lo zenzero è utilizzato per la cura di innumerevoli disturbi, tra cui quelli del sistema gastrointestinale. Esso, infatti, è noto per le sue proprietà:

  • antinausea;
  • antiemetiche;
  • carminative;
  • anti-Helicobacter pylori;
  • procinetiche;
  • gastroprotettive;
  • antinfiammatorie.

L’uso dello zenzero può quindi essere utile per ridurre la nausea, il vomito, il meteorismo e l’infezione da H pylori, causa di gastrite e ulcera. Esso, inoltre, accelera lo svuotamento gastrico, facilitando la digestione e riducendo la quantità di acido necessaria alla degradazione del cibo. Lo zenzero ha anche un effetto gastroprotettivo[1]. Esso, infatti, ha dimostrato su modello animale di inibire la secrezione di acido con un’efficacia simile a quella degli inibitori di pompa, come il lansoprazolo o l’omeprazolo. Lo zenzero, infine, ha un significativo effetto antinfiammatorio, utile per ridurre la flogosi dell’esofago, dovuta alla sua cronica esposizione all’acido gastrico.

La tisana allo zenzero può quindi essere un utile rimedio naturale per il reflusso gastroesfageo, in grado di facilitare la digestione e ridurre sintomi come il mal di stomaco e la nausea.

La tisana allo zenzero si ottiene dalle radici della pianta Zingiber officinale, cioè dalla sua parte più dura. Per preparare la tisana allo zenzero è quindi consigliabile farne un decotto, facendo bollire 1-1,5 cucchiai (6-9 grammi) di zenzero fresco per ogni tazza d’acqua (240 ml) per 10/15 minuti.

Tisana alla melissa

Nella medicina tradizionale la melissa è utilizzata per migliorare l’insonnia, l’ansia il meteorismo, il mal di pancia, l’acidità di stomaco, il mal di stomaco, l’indigestione e la nausea[2]. Uno studio italiano ha infatti mostrato come la melissa possa migliorare i sintomi dell’indigestione. Lo studio ha esaminato 30 persone con dispepsia funzionale, una condizione che può causare mal di stomaco e bruciore. I ricercatori hanno offerto ai partecipanti un dessert, simile a un sorbetto, con o senza melissa, associata al carciofo. I partecipanti che hanno mangiato il dessert con le erbe hanno riportato i sintomi dispeptici meno intensamente e con minor frequenza[3].

La tisana alla melissa può essere preparata mettendo in infusione 1-1,5 cucchiai (3-5 grammi) di foglie di melissa essiccate in 1 tazza d’acqua bollente (240ml) per 10-15 minuti.

Tisana all’altea

L’altea è una pianta originaria dell’Asia, dell’Europa e degli Stati Uniti. Nella medicina tradizionale le radici, i fiori e le foglie della pianta sono usati per trattare disturbi delle vie respiratorie e digestive. I suoi effetti medicamentosi derivano dall’elevato contenuto di mucillagini e polisaccaridi. Tali sostanze, infatti, hanno un’attività protettiva e lenitiva per la mucose gastroesofagee e delle vie aeree. Uno studio, inoltre, ha rivelato come l’estratto acquoso di altea stimoli la rigenerazione dell’epitelio, favorendo la guarigione delle mucose irritate[4].

Per preparare la tisana all’altea si possono lasciare in infusione 1-1,5 cucchiai (3-5 grammi) di foglie di melissa essiccate in 1 tazza d’acqua bollente (240ml) per 10-15 minuti.

Tisana alla liquirizia

La liquirizia è una spezia ricavata dalla radice essiccata della pianta Glycyrrhiza glabra. Generalmente nella medicina tradizionale è utilizzata per la cura dei disturbi digestivi. Essa, infatti, stimola la produzione di muco, potenziando la barriera mucosa delle vie digerenti. La liquirizia può quindi essere utile per proteggere lo stomaco e l’esofago dall’insulto acido.

Per preparare la tisana alla liquirizia è possibile far bollire 1 cucchiaio (3-4 grammi) di radice tritata per circa 2-3 minuti. Va notato, tuttavia, che la liquirizia può interferire con il metabolismo di alcuni farmaci e andrebbe evitata se si soffre di ipertensione, salvo il caso la si assuma nella sua forma deglicirrizzata.

Tisana al finocchio

Generalmente il finocchio è utilizzato per l’aerofagia e la stitichezza. Il suo estratto ha inoltre proprietà gastroprotettive. In uno studio su animali il finocchio ha infatti mostrato di avere un’efficacia maggiore a quella della famotidina nella protezione da etanolo, un noto agente ulceroso[5]. Esso potrebbe quindi avere una funzione protettiva anche sull’esofago.

Per preparare la tisana al finocchio è possibile far bollire 10 grammi di finocchio fresco o 1-2 cucchiaini (2-5 grammi) di semi di finocchio per 10-15 minuti.

Tisana al mirto

Il mirto o Myrtus communis è una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, tipica della macchia mediterranea. In uno studio controllato a doppio cieco il suo estratto liofilizzato ha mostrato un’efficacia simile a quella dell’omeprazolo nella riduzione dei sintomi del reflusso gastrosofageo[6].

Per preparare la tisana al mirto si possono lasciare in infusione 1-1,5 cucchiai (3-5 grammi) di foglie di mirto essiccate in 1 tazza d’acqua bollente (240ml) per 10-15 minuti.

Tisana alla camomilla

Generalmente la camomilla è usata per migliorare il sonno e la digestione. Essa, infatti, può calmare l’ansi, favorire il rilassamento della muscolatura liscia gastrointestinale e promuovere l’espulsione del gas dal tratto digerente.

Per preparare la tisana alla camomilla è possibile utilizzare 1 cucchiaio (2-3 grammi) di camomilla essiccata (o 1 bustina di tè) per ogni tazza d’acqua (240ml) e lasciarla in infusione per 10 minuti. Se si utilizzano bustine preconfezionate di camomilla, è consigliabile accertare che siano presenti prevalentemente i fiori di camomilla e non le sue foglie o gli steli. I principi attivi responsabili dei suoi effetti benefici, infatti, sono concentrati nei fiori.

Tisana di olmo scivoloso

L’estratto della corteccia di olmo ha un elevato contenuto di mucillagini e polisaccaridi. Tali sostanze, a contatto con i succhi gastrici, formano un gel viscoso, che isola la mucosa gastroesofagea dall’azione corrosiva dell’acido. Il gel, inoltre, tende a galleggiare nello stomaco, ostacolando la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago.

L’olmo scivoloso è disponibile in polvere o in bustine da tè. Per preparare la tisana usa una bustina per ogni tazza d’acqua (240ml) e lascia in infusione per 10 minuti.

In sintesi..

Le migliori tisane per il reflusso sono quelle a base di:

  • zenzero,
  • melissa;
  • altea;
  • liquirizia;
  • finocchio;
  • mirto;
  • camomilla;
  • olmo scivoloso.

Tali erbe possono essere associate tra loro nella preparazione delle tisane. Tuttavia la mancanza di dati circa le loro possibili interazioni non permette di raccomandarne la combinazione o le possibili associazioni.

Bibliografia